UNA PIAZZA GIÀ MODERNA
Piazzale Arnaldo (così chiamato dal 1897), già Porta Torlonga e successivamente Porta Venezia e Piazza Mercato dei Grani, in un’immagine del 1904.
Si addensano in questo spazio tutte le funzioni della città che vuol essere moderna in fretta, ad iniziare dai caselli daziari – da cui è ripresa la fotografia – creati nelle loro forme neoclassiche nel 1822. Da sinistra, l’angolo del Mercato dei Grani, progettato dagli ingegneri Angelo Vita e Giuseppe Antolini e terminato nel 1823 nell’area già appartenente all’ortaglia dell’ex monastero di Sant’Eufemia entro le mura. Il mercato venne dedicato nel 1824 ai recenti sposi Arciduca Ranieri viceré del Lombardo-Veneto e Maria Elisabetta di Savoia. Al centro l’arcigno monumento ad Arnaldo da Brescia, inaugurato nel novembre del 1882 fra mille polemiche politiche e rigurgiti fondamentalisti, opera dello scultore Odoardo Tabacchi.
All’incrocio con via Trieste la vecchia trattoria con alloggio “Al pavone” demolita nell’anno 1964; la salita al Castello con la villa Capitanio, progettata da Antonio Tagliaferri e costruita fra il 1884 ed il 1890, con i non ancora svettanti cedri del Libano. Ancora, non manca il capolinea della guidovia a cavalli per la tratta verso la Stazione ferroviaria o Porta Milano, aperta nel 1882 a cura della Compagnie General des Chemins de Fer Secondaires, linea poi passata alla Seb: La linea viene elettrificata il 19 dicembre 1907 e subito municipalizzata.
Per i cittadini bresciani, che viaggiano all’ombra della tendina parasole, il vagoncino altro non è che la “giardiniera” trainata dalla sempre stanca coppia di animali. Per cittadini e visitatori il biglietto di I classe costa 15 centesimi, mentre in II classe, ma sulla stessa carrozza, si viaggia con soli 10 centesimi. E se la velocità di crociera è praticamente a passo d’uomo, il tram a cavalli offre almeno un vantaggio, ponendosi di fatto assai vicino al servizio offerto dai vetturini con carrozze: è infatti possibile salire o scendere in qualsiasi punto della linea, alla sola richiesta del passeggero.
Quando la linea immortalata dalla fotografia viene attivata è esattamente il 4 novembre 1882: i giornali annunciano infatti l’apertura della linea Corso del Teatro – Porta Venezia, mentre il 6 gennaio 1883 è la volta del tratto che da Corso Palestro raggiunge Porta San Giovanni. Brescia, ricordano i giornali, è finalmente attraversata da est ad ovest dal tram: “Attivatasi anche la linea di Porta Milano, tutte le corse di ieri portavano i carrozzoni affollati di gente: era certo uno svago che cittadini e suburbani si prendevano per cacciare la noia della uggiosa giornata”.
Il lato settentrionale di piazzale Arnaldo è la lunga teoria di negozi ed esercizi, fra altri caffè e trattorie, un posto di telefono pubblico e, verso via Tosio, la rinomata ditta di Moto e Cicli di Alessandro Locatelli. Protagonisti dell’immagine sono anche i lampioni per l’illuminazione, nelle fogge eleganti e artistiche per i giardini o più austeri per la piazza. L’invisibile forza della corrente elettrica innervava la città grazie all’accordo che il 17 febbraio 1893 il Comune stipulò con la milanese “Società anonima per l’utilizzazione delle forze idrauliche mediante l’elettricità”, cui subentrò ben presto la ditta “Fraschini, Porta & C.”. L’elettricità il 24 agosto 1894 illumina finalmente le principali vie cittadine mediante lampade ad arco e ad incandescenza. La proprietà è della ditta Seb, ma il municipio è pronto a subentrarvi. Il Comune decide infatti di municipalizzare il servizio: un nuovo referendum ratifica la scelta – 89,9% di voti favorevoli – e dall’ 1 giugno 1909 all’Azienda municipale viene affidata anche la nuova Sezione energia elettrica.
Non sono inquadrati dal fotografo, che vi riserva altre immagini, ma sul lato sinistro non mancano altre presenze di una città già moderna, fra i rumori della vicina stazione della tramvia a vapore extraurbana per il Garda o Montichiari, il primo campo da tennis cittadino qui aperto nel 1904, la Regia Stazione di pescicoltura, inaugurata l’8 febbraio 1892 sull’area di Canton Mombello. Proprio a lato del prato in cui sorgerà – altro elemento della moderna Brescia – il carcere, aperto alla fine del 1914.
Ma la modernità è documentata da un preciso particolare, che consente fra l’altro di datare con precisione la fotografia: fra villa Capitanio e il monumento di Arnaldo, sopra l’edificio del ristorante “Al pavone”, si scorgono le caratteristiche costruzioni in stile liberty della esposizione che quell’anno si tenne sul Cidneo, fra le mura e i bastioni di un Castello pavesato a festa, raggiungibile con la prima linea tranviaria elettrica della storia cittadina.”
[Marcello Zane]